Conosci meglio l’omeopatia con un buon libro: intervista all’autore

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Conosci meglio l’omeopatia con un buon libro

Dopo una serie di pubblicazioni di libri vergognosamente infarciti di falsità sulla medicina omeopatica, utili solamente ad accendere d’inverno il caminetto, finalmente un testo scritto da persone competenti.

incompetenza

L’incompetenza è stata il filo conduttore di varie pubblicazioni a firma di Roberto Burioni (ormai caduto in disgrazia) e di Giorgio Dobrilla, acclarati omeofobi mercenari di cui abbiamo già fatto una approfondita esegesi su questo blog in passato.

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Il libro appena uscito da NUOVA IPSA EDITORE invece è stato scritto da persone che l’omeopatia la conoscono e che hanno grande competenza clinica.

Il titolo è “OMEOPATIA MEDICINA DI PRECISIONE E GRANDE OPPORTUNITA'”

leggiamo nella presentazione…..

Questo libro è un viaggio nella medicina omeopatica. Da oltre 200 anni l’omeopatia è considerata da milioni di persone in tutto il mondo un’efficace branca della medicina. Più naturale, meno invasiva, più in linea con la biologia umana. Eppure, nonostante i milioni di utilizzatori soddisfatti, nonostante sia utilizzata da decine di migliaia di medici e farmacisti per patologie come le artriti, le riniti, le allergie, l’insonnia, i mali di stagione o come integrazione a terapie tradizionali per patologie più gravi, ancora da alcuni è considerata una terapia “alternativa” e scarsamente efficace. Perché tanto accanimento nei confronti di questa disciplina medica? Perché, in particolare negli ultimi tre anni, si è accesa una campagna di delegittimazione nei confronti della medicina omeopatica? La lettura di recenti sondaggi e l’attenta analisi di come i mezzi di comunicazione spesso hanno contribuito a costruire un giudizio negativo in merito alla disciplina omeopatica, sono i temi dell’introduzione che dimostra come invece la realtà della medicina omeopatica sia molto diversa da quanto a volte appare. Le testimonianze di medici e pazienti, le loro esperienze sono la prova di un apprezzamento e di un consenso ben lungi dall’essere raccontato per come è. I contributi dei professionisti – Bercigli, Bernardini, Delmedico, Del Prete, Ferreri, Grassi, Laffranchi, Lombardozzi, Luiso, Marino, Ronchi – medici di ogni specialità e farmacisti, sono colmi di passione che tuttavia non fa velo alla loro preparazione scientifica e alle argomentazioni che giustificano l’approccio integrato alla medicina.

l’intervista all’autore

Giovanni Gorga Presidente di Omeoimprese
Giovanni Gorga Presidente di Omeoimprese

Ho avuto il piacere di intervistare a Torino l’autore, il Dott. Giovanni Gorga , Presidente della Associazione Omeoimprese , che è stato l’artefice dell’edizione del testo, introducendo e coordinando i vari interventi dei medici omeopatici partecipanti al progetto. Gorga già nel 2015 aveva pubblicato un altro libro “Elogio all’Omeopatia“.

Cosa l’ha spinta a scrivere questo libro?

Di fronte agli attacchi pretestuosi, pregiudiziali e sicuramente sgradevoli e fuori luogo che da diverso tempo la medicina omeopatica subisce, ho voluto dare un idea di che cosa realmente è e può fare la medicina omeopatica.

L’omeopatia è una branca della medicina , peraltro assolutamente legittima e legittimata da norme dello Stato e dalle più alte Istituzioni Sanitarie del nostro Paese e del mondo.

Ho chiesto ai medici che hanno collaborato di utilizzare un linguaggio semplice, scorrevole e facilmente comprensibile da chi fino ad oggi, magari condizionato dalle fake news che imperano, non si è mai avvicinato al mondo dell’omeopatia.

Chi sono i testimoni?

Come dicevo i testimoni sono medici e farmacisti, ovvero le figure professionali che hanno la competenza per parlare di omeopatia da un punto di vista clinico. E sono professionisti che operano all’interno di strutture pubbliche come Asl, Ospedali, cliniche.

Perché questo titolo?

Il titolo doveva essere inizialmente “ Ve la racconto io l’omeopatia…” si è preferito scegliere un titolo che desse già l’idea di un paio di caratteristiche della medicina omeopatica.

E’ medicina di precisione ed è soprattutto una grande opportunità per tutti sia in termini terapeutici e sia in termini economici.

Come presidente di Omeoimprese non intravede conflitti di interesse o perlomeno cosa risponderebbe ad una possibile critica mossa dagli omeofobi di aver fatto una operazione di marketing?

La ringrazio per la domanda che mi da l’occasione di fare chiarezza su questo punto.

Io non percepisco alcun emolumento in qualità di Presidente Omeoimprese , la carica che ricopro non prevede alcuna forma di retribuzione a parte un rimborso delle eventuali spese sostenute nell’espletamento della funzione.

Lavoro per una azienda del settore, l’azienda italiana leader del comparto, e semplicemente sono un manager che da sempre ha lavorato nelle pubbliche relazioni e nelle relazioni istituzionali se pure ho una cultura scientifica, nello specifico in Biologia.

Ora le chiedo: se a parlare di omeopatia fosse un omeopata , ci sarebbe conflitto di interesse perché percepisce un profitto dalle visite mediche che poi effettua ??? di questo passo saremmo sempre e tutti in conflitto di interesse con qualcosa o qualcuno.

A parlare di omeopatia è giusto e corretto che sia io o un esperto in omeopatia , ovviamente ognuno per le proprie competenze, e non certo un falegname o un virologo che nulla sanno della disciplina.

Perché, secondo lei, circa 4 anni fa c’è stato un cambio di passo riguardo alla tolleranza verso l’omeopatia?

Il mondo della medicina omeopatica ed il mondo della medicina “ufficiale” per decenni hanno convissuto ritagliandosi uno spazio specifico. Questa situazione è andata avanti per decenni.

Alcuni anni fa , non solo in Italia, bensì in tutta Europa, è arrivata una Direttiva Europea che ha sostanzialmente equiparato il medicinale omeopatico a quello allopatico.

Oggi gli omeopatici , per essere venduti in farmacia necessitano di un autorizzazione all’immissione in commercio (AIC) rilasciata dall’AIFA – Agenzia Italiana del farmaco- come accade per tutti i farmaci allopatici.

Questo passaggio storico non è stato gradito , o viene mal digerito, da una parte dell’imprenditoria farmaceutica che vede questo upgrade dell’omeopatico come una perdita di “status”.

Questa è in buona sostanza la ragione di tanto accanimento contro la medicina omeopatica.

Lei che è anche un “homo economicus” pensa che la stima di risparmio di 5 miliardi di euro per il SSN, nel caso di un utilizzo dell’omeopatia in modo più diffuso sul territorio, sia una cifra credibile o azzardata?

Non sono in grado di poter fare un calcolo economico esatto del risparmio che l’omeopatia consentirebbe in termini di spesa sanitaria , ma senza alcun dubbio si può parlare di cifre importanti.

L’omeopatia punta alla prevenzione , prima ancora della cura, è indicata nel trattamento , unitamente ad altre terapie, di quelle patologie cronico-recidivanti che caratterizzano l’età avanzata e verso le quali la medicina ufficiale non ha assolutamente armi a disposizione.

Viviamo molto più a lungo ma per questo siamo per più tempo esposti alla malattia , pensare che il Sistema Sanitario Nazionale che ha caratteristiche di tipo universalistico possa sostenere all’infinito questo equilibrio tra maggiore richiesta di assistenza e risorse economiche a disposizione è sbagliato.

L’omeopatia può certamente dare il proprio contributo affinchè le cose migliorino.

Qualche tempo fa un mio articolo di OMEOBLOG.IT  l’aveva irritata. Lei era intervenuto in modo importante sollecitato una discussione nel mondo omeopatico. Nell’articolo BELLA CIAO paragonavo metaforicamente l’attuale situazione di attacco frontale all’omeopatia alla seconda guerra mondiale e i medici omeopatici ai partigiani in montagna poco appoggiati se non abbandonati dalle forze alleate di pianura che paragonavo alle case farmaceutiche omeopatiche. Seguì uno scambio di considerazioni e un confronto costruttivo. Alla luce di ciò che ha sostenuto in quel breve dibattito quali mosse strategiche immagina utili oggi per il futuro dell’omeopatia (per i pazienti, per i medici e per le aziende farmaceutiche omeopatiche)?

Ricordo bene il suo articolo ed il dibattito che ne seguì ed ancora oggi credo che il comparto della medicina omeopatica ( inteso come aziende, pazienti, medici….insomma il mondo che ruota intorno alla disciplina omeopatica) abbia ancora molta strada da fare.

Mi spiego meglio: Ho detto poco sopra che per decenni il mondo della medicina omeopatica ha vissuto in un proprio spazio senza sentire la particolare necessità di un confronto con la medicina ufficiale, con le Istituzioni sanitarie , con il mondo dei media e della comunicazione. Voi medici , ma anche le stesse aziende, siete stati sempre autoreferenziali , avete parlato ai vostri Congressi ed avete spesso comunicato a chi l’omeopatia la utilizzava e la conosceva.

Con l’avvento della regolamentazione del medicinale omeopatico a cui sopra mi riferivo , questo comparto è entrato di peso , nolente o volente, nel mercato farmaceutico e quindi di fatto non è più possibile mantenere una posizione defilata , appartata o aventiniana.

Inevitabilmente si deve cambiare attitudine. Si deve parlare a chi l’omeopatia non la conosce siano essi medici o pazienti, è necessario utilizzare un nuovo linguaggio, essere pragmatici e soprattutto entrare nella mentalità delle dinamiche economiche che da sempre caratterizzano il mondo dell’industria farmaceutica.

Investimenti sui mezzi di comunicazione, investimenti in ricerca ed un continuo dialogo con la politica e le Istituzioni. Tutto questo negli anni passati è mancato , ora è necessario un cambio di passo.

Che peso ha secondo lei la lobby farmaceutica sulle politiche di contrasto all’omeopatia?

Il comparto della medicina omeopatica rappresenta l’1% dell’intero fatturato farmaceutico, parliamo quindi di cifre davvero risibili se confrontate all’economia farmaceutica.

Come accennavo poco sopra, in questi anni il comparto della farmaceutica tradizionale ha messo in campo tutte le armi e gli strumenti che ha a disposizione per tentare di delegittimare l’omeopatia.

Non credo ci sia riuscita visto che gli utilizzatori sono sempre in lieve ma costante aumento. Attenzione però: ribadisco quanto detto poco fa, ovvero è necessario un cambio di passo.

Dovesse consigliare la classe medico omeopatica verso una azione strategicamente efficace cosa proporrebbe loro?

Maggiore unità.

Non solo alla classe medica ma anche alle aziende che mi onoro di rappresentare. E’ necessario essere compatti , uniti , senza particolarismi , ed è questa una delle ragioni per le quali all’interno del libro hanno scritto omeopati e medici che danno un quadro esaustivo delle diverse declinazioni della medicina omeopatica.

Come immagina il futuro prossimo per l’omeopatia? Torneremo alla realtà degli anni 50-60 del ‘900?

Se il settore saprà percorrere con realismo e visione strategica questo momento di transizione che ci vede particolarmente esposti a seguito della regolamentazione in atto , gradatamente si tornerà ai periodi d’oro.

Ma l’obbiettivo non deve essere quello di tornare alla tolleranza o accettazione di cui godeva l’omeopatia nei decenni passati. Come ho detto quel tipo di tolleranza non è più possibile e sarebbe sbagliata oggi come oggi.

Dobbiamo raggiungere alti livelli di cultura e conoscenza dell’omeopatia nel nostro Paese, una maggiore consapevolezza delle potenzialità della medicina omeopatica da parte di tutti gli attori, anche quelli politici.

Si deve poter parlare di omeopatia ovunque come oggi si parla ovunque di altre branche della medicina.

Vuole fare qualche altra considerazione riguardo al libro?

La sola cosa che mi sento di aggiungere è che auspico che il libro abbia una elevata diffusione in modo da contribuire a fare chiarezza sulle reali possibilità ed opportunità che l’omeopatia può offrire.

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