élite ‹elìt› s. f., fr. [femm. sostantivato di élit, antico part. pass. di élire «scegliere»]. – L’insieme delle persone considerate le più colte e autorevoli in un determinato gruppo sociale, e dotate quindi di maggiore prestigio: l’é. della società o di una società; l’é. intellettuale della città, del Paese; fare parte dell’é. o di una é.; come locuz. agg., d’élite, destinato a una élite, e quindi particolarmente scelto o raffinato.
Da 200 anni nobili, papi, ricchi, borghesia, artisti, attori, professionisti, persone con formazione culturalmente elevata (quasi tutti laureati) moltissimi medici per sé e per i familiari, utilizzano anche farmaci omeopatici per curare le loro malattie. E’ una realtà. L‘élite si è sempre curata e continua a curarsi con la medicina omeopatica. Attori famosi come Penelope Cruz e Catherine Zeta-Jones per esempio si curano esclusivamente con l’omeopatia.
Recentemente il Principe di Galles Carlo ha dato il suo patrocinio alla Faculty of Homeopathy un organismo professionale britannico che regola e promuove l’omeopatia, scatenando molte critiche nel mondo medico britannico.
La famiglia reale inglese ha sempre avuto un medico omeopatico di corte e ha sempre utilizzato la terapia dei simili per curarsi
Finché questa élite è l’unica a curarsi con l’omeopatia, non disturba i fatturati delle case farmaceutiche convenzionali per lo scarso numero di persone coinvolte e ciò viene tollerato.
Quando invece i numeri cambiano e il trend può avere una iperbole di gradimento, il pericolo di un significativo calo di business del mercato farmaceutico convenzionale diventa possibile.
In questi ultimi 30 anni altri gruppi sociali hanno cominciato a scoprire i vantaggi dell’omeopatia. La maggior efficacia sulle malattie croniche con buon miglioramento del quadro clinico e frequente guarigione completa, l’assenza di effetti collaterali, i costi contenuti, l’indipendenza dal farmaco quando si raggiunge la guarigione, la mancanza di impatto ambientale per la produzione dei farmaci, l’assenza di farmaco resistenza e l’impossibilità a brevettare i farmaci omeopatici unitari, hanno indotto molte persone ad avvicinarsi alla medicina omeopatica con buoni risultati .
L’altro aspetto della guarigione da patologie croniche è , però, la perdita di utili da parte delle aziende farmaceutiche convenzionali.
Ecco che allora la tolleranza che c’è stata fino a poco tempo fa, relegando l’omeopatia ad un fatto di moda e costume, è finita e l’equilibrio esistente tra la farmaceutica convenzionale e l’omeopatia si è rotto definitivamente.
Questa dinamica si era già presentata circa un secolo fa.
Nella seconda metà del 1800 l’omeopatia ebbe una vastissima diffusione in tutto il mondo. Alla luce dei suoi evidenti successi nelle grandi epidemie di colera negli USA e in Europa (Londra e Italia) dove chi si curava omeopaticamente moriva 5 volte meno rispetto agli altri e ai continui successi su patologie difficilmente curabili con la medicina tradizionale, vennero costruiti centinaia di ospedali omeopatici e moltissimi medici abbracciarono lo studio di questa medicina e di pari passo la popolazione cominciò ad abituarsi all’utilizzo di questi presidi.
Alla fine dell’Ottocento, negli USA, l’omeopatia annoverava: 12.000 medici (numero considerevole per quei tempi), 22 college, dozzine d’ospedali, dozzine di giornali.
Nel 1900, a Washington, s’inaugurava un monumento ad Hahnemann alla presenza del Presidente degli Stati Uniti McKinley; il discorso conclusivo della cerimonia fu tenuto da J. Griggs, Ministro della Giustizia.
Ecco allora che la risposta dei medici convenzionali, che vedevano in pericolo il loro status, fu, nel 1846, la fondazione dell’ AMA American Medical Association, che ebbe fra i suoi primi obiettivi la lotta contro l’omeopatia: l’iscrizione fu vietata ai medici omeopati, ai membri fu vietato, pena l’espulsione, persino di consultarsi con omeopati, fu negato il riconoscimento legale ai diplomi rilasciati da università dove vi fossero cattedre di omeopatia. Nel 1910 venne stilata una classifica delle scuole mediche americane (FlexnerReport), in base a criteri che davano alti punteggi alle scuole che privilegiavano l’approccio fisico-chimico e patologico al corpo umano, penalizzando l’approccio omeopatico Ovviamente i colleges omeopatici ottennero bassi punteggi e poiché solo i laureati nelle scuole con alto punteggio vedevano riconosciuto il titolo di studio, ciò rappresentò un colpo mortale all’insegnamento dell’omeopatia: infatti su 22 colleges omeopatici presenti nel 1900 solo 2 rimanevano nel 1923. Nel 1950 non vi erano più colleges che insegnassero l’omeopatia e si stimava che esistessero solo un centinaio di medici omeopati, tutti di età superiore ai 50 anni, in tutti gli Stati Uniti. Un parallelo declino, per vicende analoghe, subì la pratica omeopatica in Europa nei primi decenni del ‘900.
Pochi anni più tardi, nel 1913, i college si erano ridotti a 10, diventeranno 5 nel 1919: tanto questi che i vari ospedali omeopatici nel giro di pochi anni si riconvertiranno in college ed ospedali regolari, mentre i giornali progressivamente sospenderanno le pubblicazioni.
Se non mettiamo la libertà di cure mediche nella costituzione, verrà il tempo in cui la medicina si organizzerà, piano piano e senza farsene accorgere, in una dittatura. E il tentativo di limitare l’arte della medicina solo ad una classe di persone rappresenterà la Bastiglia della scienza medica (Benjamin Rush, firmatario della Dichiarazione d’Indipendenza USA).
Giambattista Vico, filosofo napoletano del 600, nelle sue teorie dei corsi e ricorsi storici anticipò la ricorrenza di questi eventi.
Ecco che allora, tornando ai giorni nostri, si comprendono gli imponenti investimenti economici nella crociata di disprezzo e dileggio verso chiunque utilizzi l’omeopatia (sia medici che pazienti) e di tutta la sofisticata architettura della costruzione delle identità delle fake news e della pseudoscienza, termini introdotti attraverso una astuta strategia di comunicazione: prima costruisco la figura artefatta, l’idea, il concetto razionale di bugia, falsità, bufala non casuale ma studiata, poi la uso contro il nemico additandolo come untore e truffatore.
Per esempio a ottobre uscirà un libro del ruspante e gettonatissimo (dalle case farmaceutiche) Prof Burioni, virologo di media fama scientifica, famoso, invece, per le sue campagne provax e sue sortite da fascismo intellettuale: “la scienza non è democratica”. Questo libro verterà sull’omeopatia, materia che il Burioni non conosce perchè non l’ha mai studiata e, tantomeno, mai applicata sui pazienti. Il titolo non lascia dubbi : “Omeopatia: la grande truffa”. E’ stata minacciata una querela da parte di chi si cura omeopaticamente e che non gradisce essere insultato e il Burioni, eroicamente, ha fatto subito marcia indietro modificando il titolo: Omeopatia: la grande illusione”. Il libro ovviamente non è stato scritto dal Burioni ma dai soliti ghostwriter stipendiati dalla case farmaceutiche che usano il Burioni come marionetta nel teatrino mediatico. Il risultato però è ridicolo. Se io, medico omeopatico con 40 anni di esperienza clinica, decidessi di scrivere un libro sulla virologia sarei sicuramente più preparato rispetto a quello che sa Burioni sull’omeopatia, ma risulterei comunque ridicolo. Che credibilità potrei avere se confrontato con i luminari della virologia come, per esempio, il Prof. Tarro insignito del premio di miglior virologo del mondo, avendo fatto io, per tutta la vita, un altro lavoro? Nessuna.
Ma questo è.
L’obiettivo è ridicolizzare e screditare questo approccio terapeutico attraverso il costante e martellante uso di molteplici vie di comunicazione (ormai è guerra e non si fanno prigionieri, vedi i medici radiati dai loro Ordini). L’obiettivo è convincere chi non ha strumenti critici sufficienti per avere una propria idea sulla medicina omeopatica a non usarla presentandola come un raggiro e truffa pericolosa.
Se 100 anni fa gli attori principali di questa dinamica erano i medici tradizionali oggi lo sono le multinazionali del farmaco.
Dal punto di vista scientifico, a fronte di un buon numero di lavori di qualità a favore dell’omeopatia che non vengono tenuti in considerazione, queste campagne fanno sempre riferimento, invece, a pochi lavori farlocchi e ampiamente screditati. Mai nessuno invece parla delle 5 metanalisi a favore della MO, dei lavori di Betti, Elia, Bellavite dell’impiego di omeopatia in campo agricolo, dove quindi si esclude l’effetto placebo. Si citano solo Shang 2005 e Australian report (veri e propri falsi scientifici strumentalmente costruiti per raggiungere un risultato deciso a priori) e mai la recente metanalisi 2019 di Mathie. Il truffatore usa qualsiasi mezzo per raggiungere il risultato preposto. Del resto come dice Gregg Easterbrook, giornalista e scrittore statunitense: “Se torturi i numeri abbastanza a lungo, confesseranno qualsiasi cosa.“
Recentemente è stato pubblicato un libro che smonta pezzo per pezzo questi falsi scientifici. Lo ha scritto il Dott. Ciro D’Arpa di Palermo e si intitola OMEOFOBIA analisi dei documenti che affermano che l’omeopatia è solo un placebo. Ne consiglio la lettura. Ci sono buoni spunti di riflessione sulla scarsa serietà di questo mondo omeofobico.
Questa è la vera Pseudoscienza o scientismo.
Che in Francia siano riusciti, pagando opinion leader scientifici, lobbisti e politici, a interrompere il rimborso dei farmaci omeopatici dopo una consolidata storia lunga moltissimi anni, mentre in Svizzera da poco tempo si sia giunti ad un traguardo esattamente opposto, inserendola nel Sistema Sanitario Nazionale, è emblematico.
Pensate che in Francia l’omeopatia rappresenta solo lo 0,3% dei rimborsi sanitari (quindi incide minimamente sul budget), 1 medico su 5 prescrive farmaci omeopatici, 1 francese su 3 si cura omeopaticamente. Ma nella struttura che ha stilato il de profundis dell’omeopatia francese, l’HAS Haute Autoritè de Santè è presente un solo medico generalista mentre tutti gli altri membri sono soggetti più o meno legati a case farmaceutiche convenzionali.
Questo attacco massiccio è il disperato colpo di coda di un mondo economico-finanziario consapevole della profonda crisi in cui versa la medicina moderna. La crisi del paradigma della medicina e del medico (quella ben descritta nelle 100 tesi degli Stati Generali di Ivan Cavicchi) che può generare conseguenti, ingenti, perdite economiche.
Come più di 100 anni fa i commercianti di cavalli cominciarono a intravedere, nelle prime carrozze a motore, gioco e diletto per pochi eletti di una società borghese, la loro fine nel momento in cui le grandi masse avessero avuto accesso a questo mezzi, nello stesso modo il medical industrial complex vede nella crisi dei valori della medicina e in queste proposte alternative, come la medicina omeopatica, una futura preoccupante crisi economica.
Come già avevo detto in un precedente articolo, invece di cavalcare l’onda e cominciare a produrre farmaci omeopatici si ostinano ad investire nel marketing del discredito perchè la produzione non sarebbe altrettanto remunerativa rispetto ai farmaci convenzionali.
Certe dinamiche, però, talvolta, possono essere controproducenti.
Nel 1500 circa, grazie agli esploratori del nuovo mondo, arrivò in Europa un tubero commestibile sconosciuto. Il tentativo di inserirla nella dieta europea non ebbe successo. Ma dopo 200 anni il re di Francia Luigi XVI ebbe l’intuizione di creare delle coltivazioni ad uso esclusivo dei ricchi e della nobiltà. Furono approntati grandi campi di coltivazione con guarnigioni di soldati a loro difesa.
Il successo fu garantito. Nel giro di pochi anni i tuberi furono trafugati e diffusi in tutta Europa. E’ così che la patata è diventata uno dei cibi più apprezzati dagli abitanti del vecchio mondo.
La curiosità per il proibito o esclusivo è irresistibile.
Questo potrebbe essere il risvolto di questa campagna diffamante architettata contro di noi, che i cittadini capiscano l’inganno di questa informazione esageratamente addomesticata al solo scopo di speculare sulla loro salute e si rivolgano in numero sempre maggiore all’omeopatia.
Peccato! Potremmo vivere in pace come prima, accettare il cambiamento graduale del paradigma e sfruttare positivamente le peculiarità dei diversi approcci alla malattia e costruire insieme una nuova medicina del terzo millennio ma, purtroppo, tristemente, business is business.
“Una sempre maggiore collaborazione che vada aldilà dei dogmatismi dei singoli saperi, la definizione di una semantica condivisa e lo sviluppo di un vero approccio multidisciplinare sono il solo metodo che abbiamo per affrontare le sfide del futuro.” Christian Greco
Posterity will judge!
PS. per tutti gli omeopati e pazienti omeopatici.
Come difendersi da questa montagna di guano che ci viene scaricata addosso quotidianamente? Ho trovato questa gustosa quanto realistica storiella. Leggetela. Può essere utile.
L’ insegnamento dell’asino
“Una mattina l’asino di un contadino cadde in un pozzo.. . L’ animale pianse fortemente per ore, mentre il contadino cercava di fare qualcosa per farlo uscire …
Alla fine, il contadino decise che l’asino era già vecchio e il pozzo era ormai asciutto e non serviva e che anzi era giunto il momento di essere tappato in ogni modo, e convinto che davvero non valesse la pena di far uscire l’asino dal pozzo invitó tutti i suoi vicini per essere aiutato a chiudere il pozzo per sempre.
Cosi’ afferrarono una pala e iniziarono a tirar terra dentro al pozzo… L’ asino rendendosi conto di quello che stava succedendo pianse orribilmente…
Poi, per sorpresa di tutti, si acquietó …
Il contadino guardó in fondo al pozzo e si è stupì di quello che videro i suoi occhi…
con ogni badilata di terra, l’asino stava facendo qualcosa di incredibile: si scuoteva la terra da sopra e la faceva cadere sotto di sè e poi ci camminava sopra appiattendo la terra…
Molto presto tutti videro con sorpresa come l’asino riuscì ad arrivare fino alla bocca del pozzo, è una volta passato sopra il bordo uscì fuori e se ne andò via trotterellando …
Se la vita sta per lanciarti terra, ogni tipo di terra… il trucco per uscire dal pozzo è usarla per fare un passo verso l’alto. Ognuno dei nostri problemi è un gradino verso l’alto… Possiamo uscire dai più profondi vuoti se non ci diamo per vinti… Usa la “ terra “ che ti buttano sopra per andare avanti.”
Homeopathy, an elite medicine
elite ‹elìt› sf, fr. [substantivized feminine of élit, ancient past participle of élire “to choose”]. – The people envisaged as the most cultured and respected within a given social group, and therefore regarded with great consideration: the e. of society or of a society; the intellectual e. of a city, of the country; to be part of the e. or of an e. .; as further expression, of elite, destinated to an e. and therefore particularly selected or refined.
Over the last 200 years, nobles, popes, wealthy families, bourgeoisie, artists, actors, professionals, high-cultured people (mostly with a university degree) several doctors and their families, have been treating their illnesses with homeopathic medicines. It’s a reality. The elite has always treated and continues treating itself with homeopathic medicines. Famous actors such as Penelope Cruz or Catherine Zeta-Jones, for instance, treat themselves exclusively with homeopathy.
Recently Prince Charles of Wales gave his patronage to the Faculty of Homeopathy, a British professional body that governs and promotes homeopathy, arousing much criticism in the British medical world.
The English royal family has always had a homeopathic doctor at court and always practiced the “like cures like” therapy for treatment.
As long as only this elite was treating with homeopathy, it did not disturb the turnover of conventional pharmaceutical companies and it could be tolerated due to the small number of people involved.
When, on the other hand, the numbers changed and the trend revealed a hyperbole of satisfaction, it would have meant a significant decline in business of the conventional pharmaceutical market.
Over the past 30 years other social groups started discovering the benefits of homeopathy. The major effectiveness on chronic diseases with notable improvement of the clinical conditions and frequent full-recovery cases, absence of side effects, low costs, non-addiction to drugs after recovery, no environmental impact in the drug production, absence of drug resistance and impossibility to patent unitary homeopathic drugs, have led many people to approach homeopathic medicine with good results.
The other aspect of recovery from chronic diseases is, however, the loss of profits incurred by conventional pharmaceutical companies.
So that puts an end to the existing tolerance to homeopathy, relegated as a fashion and costume trend, and the balance between conventional pharmaceuticals and homeopathy is definitively broken.
But this type of dynamics already occurred about a century ago.
In the second half of the 19th century, homeopathy was widespread in the world. The evident achievements during the great cholera outbreaks in the USA and in Europe (London and Italy) where those who were treating homeopathically died 5 times less than the others and the ongoing results within pathologies that were difficult to treat with traditional medicine, led to the construction of hundreds of homeopathic hospitals, with many doctors embracing the study of homeopathy and the population getting accustomed the use of these medicaments.
At the end of the 19th century, homeopathy was present in the USA with 12,000 doctors (a significant number for those times), 22 colleges, dozens of hospitals, dozens of newspapers.
In 1900, a monument to Hahnemann was unveiled in Washington in the presence of US President McKinley; the closing speech of the ceremony was held by J. Griggs, Minister of Justice.
Thus, the response of conventional doctors, who saw their status endangered, was the foundation in 1846 of the AMA American Medical Association, which had among its objectives the fight against homeopathy: registration to the association was forbidden to homeopathic doctors, members could not, under penalty of expulsion, even consult homeopaths, no legal recognition was given to diplomas released by universities having homeopathy chairs. In 1910 a ranking of the American medical schools (Flexner Report) was drawn up, based on criteria that assigned high scores to schools favouring the physical-chemical and pathological approach to the human body and penalizing the homeopathic approach. Obviously homeopathic colleges obtained low scores and since only graduates in high-scoring schools saw their educational qualifications recognized, this represented a fatal blow to the teaching of homeopathy: in fact, out of 22 homeopathic colleges present in 1900 only 2 were left in 1923. In 1950 there were no more colleges teaching homeopathy and it was estimated that there were roughly only a hundred homeopathic doctors, all past the age of 50, all over the United States. The homeopathic practice in Europe suffered a parallel decline, due to similar events, in the early decades of the 20th century.
A few years later, in 1913, colleges were reduced to 10, and they would only be 5 in 1919: within a few years not only these colleges but also homeopathic hospitals were to be converted into regular colleges and hospitals, while newspapers progressively suspended publications on homeopathy.
Unless we put medical freedom into the Constitution, the time will come when medicine will organize, slowly and without being noticed, into a dictatorship. And the attempt to restrict the art of healing to only one class of men will constitute the Bastille of medical science (Benjamin Rush, signatory of the US Declaration of Independence).
Giambattista Vico, a Neapolitan philosopher of the seventeenth century, anticipated the repetition of these events in his theories of recurrent cycles of history.
Back to the present, we are now aware of the massive economic investments in the crusade of contempt and derision towards anyone practicing homeopathy (both doctors and patients) and the sophisticated architecture to create fake news and pseudoscience identities, terms introduced through a clever communication strategy: first building the artificial figure, the idea, the rational concept of lie, falsehood, hoax, not randomly prepared but accurately studied, then using it against the enemy who is pointed out as a plague-spreader and a swindler.
In October a book will be released, by the down-to-earth and highly popular (for pharmaceutical companies) Prof Burioni, a virologist of average scientific fame, more famous for his campaigns in favour of vaccination and for his intellectually fascist remarks: “science is not democratic”. This new book will focus on homeopathy, a subject that Burioni is not acquainted with because he never studied it, and least of all, never practiced it on patients. The title leaves no doubt: “Homeopathy: the big swindle”. Since a lawsuit was threatened against Burioni by patients who treated homeopathically and did not appreciate being insulted, Burioni heroically, immediately backtracked and changed the title to: “Homeopathy: the great illusion”. The book was obviously not written by Burioni but by the usual salaried ghostwriters hired by pharmaceutical companies who are manipulating Burioni as a puppet within the media circus. The result, however, is ridiculous. If I, a homeopath doctor with 40 years of clinical experience, should decide to write a book on virology, I would certainly be more prepared than Burioni on homeopathy, but I would still be ridiculous. Having undertaken another job for my whole life, what credibility could I have compared to luminaries of virology like Prof. Tarro, who was awarded with the prize of best virologist in the world? None.
But that’s the way it is.
The goal is to mock and discredit this therapeutic approach through a constant and throbbing use of multiple communication channels (war is war and there will be no-prisoners, see the case of the doctors removed from their Medical Association). The goal is to convince whoever does not have enough critical equipment to build their own views on homeopathic medicine, to refrain from practicing homeopathy, envisaging it as a fraud and a dangerous swindle.
If 100 years ago the key actors of this dynamics were traditional doctors, today it’s multinational pharmaceutical companies.
From a scientific point of view, these campaigns always refer to a few phony and widely discredited works, against a good number of quality jobs in favour of homeopathy that are not even taken into consideration. No one ever talks about the 5 meta-analysis in favour of OM (homeopathic medicine), the works of Betti, Elia, Bellavite concerning the use of homeopathy in agriculture, where the placebo effect is certainly to be excluded.Only the Shang 2005 and the Australian report are mentioned (real scientific fakes published just to demonstrate a prefixed result) but not the recent 2019 meta-analysis by Mathie.The swindler uses any pretext to reach his intended goal. Moreover, quoting Gregg Easterbrook, an American journalist and writer: “If you torture numbers long enough, they willconfess anything.“
A recently published book dismantles these scientific fakes piece by piece. The book, named OMEOFOBIA, is written by Dr. Ciro D‘ Arpa and it analyzes the documents stating that homeopathy is only a placebo. I recommend reading it. It delivers valuable points of discussion on the lack of seriousness of this homeophobic world.
This is real Pseudoscience or scientism.
Emblematic is that in France, after a consolidated long-term history, opposers to homeopathy succeeded in preventing the reimbursement of homeopathic medicines by paying scientific opinion leaders, lobbyists and politicians, whereas recently in Switzerland exactly the opposite goal was reached, inserting homeopathy in the National Health System.
It should be considered that in France homeopathy represents only 0.3% of health reimbursements (so it hardly affects the budget), 1 doctor out of 5 prescribes homeopathic medicines, 1 French citizen out of 3 treats himself homeopathically. But in the HAS Haute Autoritè de Santè, the institution that sang the “de Profundis” of French homeopathy, there is only one general practitioner and all the other members are more or less related to conventional pharmaceutical companies.
This massive attack is the desperate backlash of an economic-financial world aware of the deep crisis faced by modern medicine. A crisis of both the paradigm of medicine and doctors (as it is well described in the 100 thesis of the Stati Generali by Ivan Cavicchi) which could cause huge economic losses.
Just like 100 years ago, when the first motor carriages appeared, a delightful game for the happy few, horse traders realized that they would face a decline as soon as the great masses would have had access such vehicles, in the same way nowadays the medical industrial complex is concerned by a future economic recession caused by the crisis of values in the medical field and the presence of alternative proposals, such as homeopathic medicine.
As I had already mentioned in a previous article, instead of riding the wave and starting to produce homeopathic medicines, the opposers to homeopathy persist in investments aimed at discrediting homeopathy for the simple reason that producing homeopathic drugs would not be as profitable as producing conventional ones.
But sometimes certain dynamics can be counter-productive.
Around 1500, thanks to the explorers of the new world, an unknown edible tuber arrived in Europe. The initial attempt to include it in the European diet did not work. However, 200 years later the French king Louis XVI had the idea to grow crops exclusively for the use of the wealthy and noble. Large cultivation fields were set up with garrisons of soldiers defending them.
Success was guaranteed. Within a few years the tubers were smuggled away and cultivated throughout Europe. That is how potatoes became one of the most appreciated nourishments by the inhabitants of the old world.
Curiosity for anything that is forbidden or exclusive is irresistible.
The possible consequence of this defamatory campaign concocted against us, could be for citizens to realize how the unreasonably manipulated information is in fact released only to speculate on their health and they would increasingly look for homeopathic treatments.
What a pity! We could be living in peace, accepting the gradual change of the paradigm, positively exploiting the peculiarities of different approaches to diseases and building together a new medicine for the third millennium but, unfortunately business is business.
“An ever-greater cooperation ranging beyond the dogmatism of single knowledges, the definition of shared semantics and the development of a real multidisciplinary approach represent the only method we have to face the challenges ahead.” Christian Greco
Posterity will judge!
PS. for all homeopaths and homeopathic patients.
How to protect ourselves from the mass of guano that is dumped on us daily? I found this an enjoyable and realistic little story. Read it. It could be useful.
The donkey’s lesson
“One morning a farmer’s donkey fell down into a well … The animal cried terribly for hours as the farmer tried to figure out what to do to get him out …
Finally, the farmer decided that the animal was old and the well needed to be covered up anyway, it just wasn’t worth it to retrieve the donkey. So, he invited all his neighbors to come over and help him cover up the well forever.
So, they all grabbed a shovel and began to shovel dirt into the well… At first the donkey realized what was happening and cried terribly …
Then, to everyone’s amazement, he quieted down…
The farmer finally looked down the well and was amazed at what he saw….
with every shovel of dirt that hit his back, the donkey was doing something amazing. He shook it off and took a step over it, flattening the earth …
Very soon everyone saw with surprise how the donkey reached the opening of the well, stepped up over the edge and trotted off …
If life is going to shovel dirt over you, any kind of dirt. the trick to get out of the well is to use the dirt to take a step upwards. Each one of our problems is a step upwards … We can pull ourselves out of the deepest holes if we don’t give up … So, use the “dirt” they throw over you to keep going.”
Un commento su “OMEOPATIA medicina d’élite”