“Omaggio” agli eroici sperimentatori inglesi contrari all’omeopatia

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Leggo sulle pagine de LA STAMPA di domenica 31 gennaio della performance dei 300 scettici della Merseyside Skeptics Society che per dimostrare l’inutilità ed inefficacia della omeopatia hanno assunto insieme ben 84 pillole di “arsenicum album” mettendo a rischio la loro vita per la salvezza della verità e della scienza. Erano sicuri di non morire ma per sicurezza dicono, da veri prodi e altruisti: “Attenzione, noi sappiamo come farlo e lo facciamo al posto vostro. Voi però non provateci in prima persona”. Allora…. tutta questa paventata sicurezza dell’innocuità??
Risponde l’esperto: la quantità non conta è stato un gesto sciocco. Quando però gli chiedono che fare per vedere qualche effetto risponde: bisogna assumerne un camion. Ma se la quantità non conta, neppure un camion di granuli può fare qualcosa, al massimo nausea a forza di assumere lattosio! L’ esperto Walter Masci non ha citato l’individualità medicamentosa, l’individualità morbosa e la sperimentazione pura (proving) tre postulati chiave per utilizzare in modo corretto l’omeopatia, individualizzando e personalizzando il trattamento. La sperimentazione dei rimedi omeopatici avviene da più di 200 anni in tutto il mondo per tutte le sostanze e il loro effetto sull’uomo è assolutamente confermato da una enorme quantità di proving che sono fatti in doppio cieco versus placebo. Si tratta di ripetere la dose per giorni fino allo svilupparsi dei sintomi a seconda della sensibilità individuale. A certi soggetti bastano pochi granuli per sviluppare i sintomi del rimedio altri soggetti necessitano di più tempo.

Mi chiedo cosa possa spingere delle persone a manifestare contro una catena di farmacie inglesi (Boots) semplicemente perché produce e commercia rimedi omeopatici?
Il trend di crescita della medicina omeopatica in questi ultimi 30 anni non ha mai avuto soste e i cittadini che le impiegano sono soddisfatti al 90% cita il giornale.
Nel mondo dello spettacolo si annoverano oggi molti famosi pazienti e sostenitori dell’omeopatia: Paul McCartney, Catherine Zeta Jones, Jennifer Aniston, Jade Jagger, Orlando Bloom, Tobey Maguire, David e Victoria Beckham, Nelly Furtado. Dichiarano in interviste di pubblico dominio di avere optato per la Medicina fondata da Hahnemann, poichè non avevano ottenuto sufficienti benefici dalla Medicina convenzionale e a motivo della preoccupazione per gli effetti collaterali dei farmaci.
Già nel 2002 l’Organizzazione Mondiale della Sanità sollecitava i governi nazionali a sostenere sempre di più le Medicine non Convenzionali nelle rispettive politiche sanitarie affinché si giungesse ad una sempre maggiore integrazione di tali medicine nell’ambito dei sistemi sanitari nazionali.
Christopher Smallwood economista inglese docente di Oxford e primo consulente economico del Cabiner Office britannico pubblicò, qualche anno fa, uno studio commissionato dal Principe Carlo d’Inghilterra durato 18 mesi che prese in esame i dati relativi al numero di persone visitate, alle patologie trattate, ai risultati terapeutici, il rapporto costo/benefici in tre centri del Servizio Sanitario Nazionale della Gran Bretagna dove si utilizzano MnC.
Le diverse MnC dimostrarono grande utilità nei confronti di quelle patologie acute e croniche verso cui la medicina convenzionale non ottiene risultati soddisfacenti o addirittura, non consente la risoluzione. Nei centri presi in esame a riferimento si constatò che tramite le MnC tali patologie ebbero nell’85% dei casi una risoluzione; nel 50% dei casi significativo miglioramento. Le visite negli studi medici generici si ridussero del 30% e vi fu un risparmio sulla spesa per farmaci del 50% rispetto ai gruppi di riferimento trattati con farmaci convenzionali. Si verificò anche una riduzione del 40% della spesa per esami diagnostici e riduzione del 40% dei ricoveri ospedalieri. Un effetto indiretto ma significativo emerso dallo studio è che molti pazienti presi in esame, nel corso della terapia, modificarono il loro stile di vita, prendendosi cura di seguire una corretta alimentazione, diminuire il consumo di alcool e cercare di smetter di fumare.
Nel campo specifico dell’Omeopatia una equipe di epidemiologi dell’Università di Berlino hanno studiato per la prima volta gli effetti a lungo termine dell’omeopatia nella pratica clinica corrente. Lo studio è stato effettuato da 103 medici omeopatici diplomati in omeopatia classica. Sono stati coinvolti 3981 paz ( 1139 bambini) affetti da malattie croniche. Dopo 2 anni è stato effettuato un controllo del risultato della terapia omeopatica, utilizzando un sistema che ha permesso di verificare non solo l’evoluzione della malattia principale, ma anche quella della totalità dei sintomi ( e quindi lo stato di salute complessivo). I risultati sono molti significativi: negli adulti la gravità della malattia è diminuita di oltre il 50% e nei bambini di oltre il 70%. Contemporaneamente si è osservato un miglioramento dello stato di salute generale, sia negli adulti che nei bambini. Lo stato di salute è stato valutato attraverso un questionario validato internazionalmente. Il consumo di medicinali convenzionali è passato da dal 45% all’inizio dello studio al 26.8% dopo due anni.
Va ricordato che più di 50 casse mutua tedesche alcune delle quali molto grandi dal 1° maggio 2006 si accollano i costi delle terapie omeopatiche. Hanno infatti firmato contratti di assistenza integrata con l’Unione Tedesca Medici Omeopatici e con l’Unione Farmacisti Tedesca. Dal 2007 circa 15 milioni di assicurati ricevono cure omeopatiche rimborsabili dalle proprie Casse Mutua.
Nonostante queste evidenze di efficacia continua il terrorismo mediatico contro l’omeopatia.


Sorge un dubbio: L’OMEOPATIA DA FASTIDIO A QUALCUNO?
Forse a quelli che sono imbarazzati per i 100.000 morti anno da effetto tossico dei farmaci convenzionali, 4° causa di morte dopo cardiopatie, cancro e ictus (Bonn D., Adverse drug reactions remain a major cause of death – Lancet 1998 351:1183) o i 2876 morti nel 1983 e i 7391 morti nel 1997 negli USA causa errori nella prescrizione e nella assunzione di farmaci con un aumento del 257% (Phillips, D.P., Increase in US medication-error death – Lancet 1998, 351:643,644).
Forse a quelli che non vedono di buon occhio il graduale cambiamento della consapevolezza del cittadino riguardo alla salute e alla malattia con maggior criticità e minor disponibilità ad un uso passivo delle terapie che il medico propone loro.
Forse a quelli che la pensano come il Presidente della casa farmaceutica Merks che sostenne anni fa in una intervista alla rivista economica FORTUNE: “Il nostro sogno è quello di produrre farmaci per le persone sane. Questo ci permetterebbe di vendere a chiunque”
Forse a quelli che se la prendono perché il paziente omeopatico quando guarisce non è più costretto ad assumere ad libitum i farmaci che tanto fanno salire le quotazioni in borsa. Forse a quelli che si spaventano per un numero: 6×10 alla 23, il numero di Avogadro che secondo loro definisce il limite possibile all’azione di una sostanza in natura.
Eppure la Prof. Betti e il Prof Elia, entrambi ricercatori universitari a Bologna e a Napoli, hanno da molti anni la dimostrazione sperimentale del contrario con semi e piante (difficilmente suggestionabili) e con sistemi obiettivi come la calorimetria e la conduzione elettrica.
Alla fine non mi è chiaro perché di fronte all’efficacia e al minor costo sociale di una terapia che non ha effetti collaterali ci sia qualcuno contrario. Evidentemente ci saranno delle convenienze personali.


Forse colui che ebbe l’atteggiamento più equilibrato nei confronti dell’omeopatia fu Carlo Alberto, Re del Piemonte che sentenziò nel 1839 “SE ASSURDA SARÀ L’OMEOPATIA, CADRÀ DA SE STESSA, COME FECERO TANTI ALTRI SISTEMI; MA SE COSA DI BUONO IN SÉ CONTIENE, MI GUARDI IL CIELO CHE IO NE VOGLIA PRIVARE I MIEI CARI SUDDITI”.
Dopo 150 anni l’omeopatia è ancora qui più in salute che mai nonostante i nostri eroici scettici inglesi!
Alberto Magnetti

http://www.lastampa.it/2010/02/01/blogs/appuntamento-con-l-omeopatia/omaggio-agli-eroici-sperimentatori-inglesi-contrari-all-omeopatia-FHCH6PFpFSgjTzEQaSWmIL/pagina.html

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