Come ti sfrutto il gatto per screditare la Medicina Omeopatica

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La risposta della Presidente della FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopatici) ad un articolo a fumetti della rivista Internazionale contro l’omeopatia

Nel mare magnum delle informazioni pro e contro l’omeopatia, talvolta qualcuna colpisce per banalità e superficialità di approccio. Recentemente (il 3 aprile 2015) la rivista Internazionale che personalmente apprezzo molto, ha pubblicato nella rubrica Graphic journalism “cartoline da Sacile” (pag 78) un fumetto di Francesco Cattani con testi di Sara Pavan entrambi della generazione “Wikipedia docet” in cui attraverso la scena di somministrazione di un rimedio omeopatico ad un gatto si ridicolizza la terapia con affermazioni molto discutibili. In un periodo storico in cui la ricerca scientifica e clinica in campo omeopatico veterinario ha dato risultati molto incoraggianti stravolgendo completamente l’impianto critico dell’effetto placebo non applicabile ad animali e vegetali, queste affermazioni appaiono suggestive di una risposta seria e, al contrario delle critiche,  circostanziata. Per questo ritengo la lettera al Direttore di Internazionale della Dott.ssa Antonella Ronchi, Presidente della FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopatici),  meritevole di essere pubblicata come risposta collettiva di tanti medici e veterinari omeopatici verso tutte le forme di critica generica e superficiale alla medicina che impiegano quotidianamente con importanti risultati.

 

 

Egregio Direttore,

periodicamente, come nelle ultime settimane, vengono effettuate su scala mondiale campagne stampa contro l’Omeopatia.

Sono rimasta molto stupita dal constatare come anche la Sua rivista, a cui peraltro sono abbonata, che è decisamente fuori dal coro dei mass media “popolari” e che con grande autorevolezza scandaglia i retroscena della politica internazionale, si sia in questo frangente allineata comodamente, “a favore di vento”, alla campagna in corso contro l’Omeopatia. Addirittura con il mezzo umoristico dei fumetti.

Gli argomenti proposti dai detrattori della Omeopatia sono sempre gli stessi: l’Omeopatia non è valida in via di principio perché utilizza medicinali a dosi infinitesimali; perché non sono stati ancora presentati lavori sufficientemente validi a supporto; l’Omeopatia agisce solo con effetto placebo. E soprattutto, ogni volta si presenta la campagna stampa come una condanna “definitiva” e inappellabile dell’Omeopatia.

A tale proposito vorrei esprimere alcune considerazioni da parte della nostra federazione, a nome di tutti i medici omeopati italiani, anche veterinari, che ne fanno parte.

In via di principio, il primo passo della conoscenza scientifica è l’osservazione del fenomeno; solo successivamente si prova a individuarne le cause e le modalità. Il fatto che non se ne conosca il meccanismo, non nega l’esistenza del fenomeno stesso.

La pretesa di contestare la validità terapeutica della Omeopatia, in via di principio, aprioristicamente, solo in base o alla mancanza di molecole di principio attivo, caratteristica delle dosi infinitesimali o  alla scarsezza di lavori scientifici in merito, è illogica e scorretta proprio da un punto di vista scientifico.

Ricordiamo che il farmaco è per definizione una   “ sostanza naturale o di sintesi che, grazie alle sue proprietà chimiche e fisiche, è in grado di produrre effetti sulle funzioni dell’organismo (dizionario Gabrielli, Hoepli)”.  Quindi meccanismi di azione anche diversi da quello della farmacologia chimica classica.

A proposito delle dosi infinitesimali e dei lavori “insufficienti”, è possibile consultare i data-base di ricerca per trovarne innumerevoli.

Ad es. su Pub Med può trovare che, fino al 2013, sono stati pubblicati:

·         188 studi clinici in doppio cieco, di cui 82 con esito positivo solo 10 con esito negativo

·         12 revisioni sistematiche su specifiche condizioni di malattia con esito positivo

·         7 metanalisi, di cui 6 con esito positivo e solo 1 con esito negativo.

Non affermiamo peraltro che tali lavori siano del tutto esaustivi, ma certamente si potrebbe e si dovrebbe almeno evocare il beneficio del dubbio.

Per quanto riguarda l’effetto placebo, da sempre facciamo notare la applicazione clinica dell’Omeopatia alla veterinaria, argomento difficilmente contestabile, e non a caso le ultime campagne stampa riguardano proprio la veterinaria omeopatica. Ovviamente solo in base a elucubrazioni statistiche e metaanalitiche, mai “dal vivo”.

Infine, a proposito dell’atteggiamento di condanna definitiva dell’Omeopatia come fulcro delle varie campagne stampa, facciamo notare che nella ricerca scientifica nessun assunto è definitivo. La ricerca scientifica, quella vera, non dà mai dati definitivi. Quindi l’atteggiamento di condanna definitiva è antiscientifico e capzioso.

Per come viene trattato l’argomento Omeopatia dalla stampa mondiale, in derivazione da ambienti scientifici considerati attendibili, la Scienza viene degradata a “cattiva religione”, con la sua Santa Inquisizione, il suo fondamentalismo e il mal celato intento di soppressione violenta delle minoranze.

Nella speranza che la nostra replica sia pubblicata, inviamo

Distinti Saluti

Dott.ssa Antonella Ronchi

Presidente della FIAMO (Federazione Italiana Associazioni e Medici Omeopati)

http://www.lastampa.it/2015/04/14/blogs/appuntamento-con-l-omeopatia/come-ti-sfrutto-il-gatto-per-screditare-la-medicina-omeopatica-YKP8nlK0yOfVQxMLLUS4TI/pagina.html

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