10:23 Una occasione fallita. Una inutile crociata contro l’omeopatia fatta con armi spuntate e poco rigore scientifico.

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Il 5 e 6 febbraio gli scettici detrattori dell’omeopatia si sono dati appuntamento per un evento che definiscono “l’appuntamento nelle piazze per suicidarsi omeopaticamente”. Risulta la ripetizione della campagna che lo scorso anno era avvenuta in Inghilterra, leggo su Query, rivista ufficiale del CICAP, il Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale, per protestare contro una grossa catena di farmacie, la Boots, che aveva deciso di iniziare a vendere i farmaci omeopatici dopo anni di opposizione.
Di questo evento avevamo già scritto su questo blog l’anno scorso a febbraio con “Omaggio agli eroici sperimentatori inglesi contrari all’omeopatia”.
Al motto di “Omeopatia, non c’è niente dentro”,sostiene sempre Beatrice Mautino su Query, gli scettici trangugeranno le pasticche omeopatiche e lo faranno alle 10:23, ora che rappresenta il numero di Avogadro, in un simbolico gesto estremo che dovrebbe sensibilizzare la popolazione sull’inesistenza di molecole di principio attivo in quel tipo di rimedio. “Noi non siamo per i “gesti estremi”, continua la Mautino,” ma ci piace farci domande e abbiamo voluto cogliere lo spunto della campagna per fare un po’ il punto della situazione sull’omeopatia.
Il modo per fare il punto sull’omeopatia mi appare piuttosto inusuale per persone che sostengono di essere “un’organizzazione scientifica e pedagogica che promuove un’indagine scientifica e critica nei confronti del paranormale”, e mi sembra non abbia nulla a che fare con l’informazione scientifica. Piu` che informazione mi sembra una crociata contro l’omeopatia. Al di là del fatto che continuo a non capire cosa c’entri la medicina con il paranormale, ma probabilmente ci saranno arcani che non mi sono ancora stati svelati.
Incuriosito da questo evento mi sono documentato e leggo cosa scrivono gli “investigatori del mistero” come si definiscono gli adepti del Cicap e la rivista Oggiscienza che si schiera al loro fianco. Gli articoli che trovo risultano essere sempre ancorati al solito ritornello ormai consumato del numero di Avogadro, del rimedio di acqua fresca, della mancanza di evidenze scientifiche, della favola della memoria dell’acqua, dell’effetto placebo. In fatto che ormai ci siano più di 10.000 lavori scientifici su Med Line che trattano di omeopatia, metanalisi e molti lavori clinici che ne dimostrano l’efficacia, il fatto che ci siano interessanti modelli interpretativi sul meccanismo d’azione dell’omeopatia, che due premi Nobel ne abbiano visto una plausibilità (Montagnier recentemente e Josephson, nobel per la fisica, nel 1997), pare non abbia scalfito minimamente la loro spessa corazza di scetticismo e pregiudizio scientifico. Mi sarei aspettato una critica fatta da medici, soggetti quindi con una preparazione specifica, visto che di medicina e di malattie si parla, invece gli autori di questi articoli sono lontani dall’esperienza della malattia e dalla sofferenza del paziente. Trovo soltanto chimici, biologi, psicologi. Persone più abituate a relazionarsi con statistiche, provette e topolini che non con le malattie di esseri umani. I medici che impiegano l’omeopatia vengono dipinti come “qualcuno che osserva il cielo e si fa le sue teorie senza darne prova scientifica”,parole della psicologa Federica Sgorbissa, direttore di Oggiscienza.
Non soddisfatto di ciò che trovo sul web decido di partecipare come uditore ad una conferenza collegata a questo evento intitolata: Omeopatia: bufala o nuova scienza? tenuta dalla dott.ssa Marta Annunziata, Coordinatore del CICAP Piemonte.
I presupposti sono buoni. Dice la locandina:” Una panoramica non esaustiva, ma che si propone di fornire strumenti di valutazione e spunti di riflessione sulla medicina di oggi e sull’omeopatia.”
Mi aspetto una critica ben costruita e articolata, sono fiducioso di trovare una posizione scientificamente dura e oppositiva ma corretta.
L’esposizione, iniziata con un escursus storico e continuata con una lunga dissertazione sul concetto di placebo e metodologia di ricerca clinica, giunge finalmente a parlare dei lavori scientifici dove a sostegno dell’omeopatia vengono citati soltanto due lavori, peraltro metodologicamente poco significativi, di cui viene criticata la fragilità e lo scarso valore scientifico, mentre non si fa minimamente cenno alle importanti metanalisi favorevoli all’omeopatia pubblicate qualche anno fa su Lancet e British Medical Journal. Non si fa cenno ai lavori di ricerca di base sui modelli biofisici con calorimetro, conduzione elettrica, non si fa cenno agli effetti con modelli vegetali e animali che non possono essere suscettibili di effetto placebo. Insomma la presentazione risulta un insieme di vera disinformazione scientifica e demagogico sfruttamento di espedienti comunicativi.
Se si omettono le prove di efficacia si può sostenere l’inutilità di qualsiasi cosa.
A chi, tra il pubblico, riportava esperienze positive di guarigione è stato risposto che il vissuto personale non hanno alcun valore scientifico, ma subito dopo il relatore ha citato come monito l’esperienza negativa di un malato, che non facendo la prevenzione antimalarica e dando retta al suo medico omeopatico morì per aver contratto la malattia. Insomma un concentrato di scienza parziale, capziosa e tendenziosa e anche qui per voce di un non-medico, brava ricercatrice biomedica che però, probabilmente data la giovane età, i pazienti li avrà visti solo attraverso i telefilm di E.R.
Lo show si ripeterà a Vercelli Venerdì 11 febbraio 2011, alle ore 20.45, presso l’Istituto Cavour in Corso Italia. Provare per credere.

http://www.lastampa.it/2011/02/06/blogs/appuntamento-con-l-omeopatia/una-occasione-fallita-NzQ8GxsS5G1Hgcv555go9K/pagina.html

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