“Omeofobia”, il libro di Ciro D’arpa, la risposta della comunità scientifica omeopatica a Burioni

frontespizio del libro di Ciro D'Arpa OMEOFOBIA
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il libro di Burioni

Abbiamo assistito in questi ultimi giorni alla fragorosa e pirotecnica campagna pubblicitaria del libro di Roberto Burioni contro l’omeopatia. Il Prof. Prezzemolo è spuntato da ogni anfratto mediatico per presentare al pubblico la sua opera, scientificamente inutile ma soltanto offensiva per tutti medici e i pazienti che utilizzano con soddisfazione la medicina omeopatica (600 milioni di persone al mondo).

Visto lo spessore del contenuto, come è già successo qualche anno fa per uno scritto simile di Silvio Garattini, probabilmente sarà presto dimenticato. Lo spero per il bene della cultura scientifica.

ridondanza di metafore

Il giornalista Guglielmo Pepe (Repubblica), unica voce rimasta del giornalismo di grande diffusione, ancora dotata di pensiero critico non soggiogato dal pensiero unico , ha sottolineato come il libro di Burioni sia ridondante di metafore forse, dico io, per nascondere la mancanza di argomentazioni scientifiche.

Infatti il pensiero apodittico di Burioni, soprannominato Borioni per il suo piglio borioso, corre leggero dalle metafore del paracadute a quelle solite dell’acqua fresca o del placebo zuccherato coprendo magistralmente la assoluta mancanza di argomentazioni scientifiche a sostegno del suo pamphlet ingiurioso.

la sicumera scientista

Come il colosso dai piedi d’argilla si propone al pubblico con la sicumera scientista più radicale, mentre in realtà le sue basi sono fragili e facilmente vulnerabili. Mi riferisco agli unici due lavori scientifici più importanti sempre sbandierati come dimostrazione dell’inefficacia dell’omeopatia che sono stati recentemente smascherati essere delle frodi scientifiche architettate ad arte per screditare la medicina omeopatica. (il secondo dei quali, meta-analisi condotta dal National Health and Medical research Council (Nhmrc), sfortunatamente per lui, pochi giorni dopo la pubblicazione del suo libro).

Se ne deduce che, per usare il linguaggio metaforico tanto caro al noto virologo, se le bugie hanno le gambe corte, il suo libro cammina strisciando i glutei per terra.

La risposta del mondo scientifico omeopatico

La risposta del mondo scientifico omeopatico non si è fatto attendere e il Dott. Ciro D’Arpa, (Presidente e Direttore Didattico della Accademia Omiopatica Palermitana, Docente universitario, Commissione dell’Ordine dei Medici di Palermo per le MNC, Commissione per le Medicine Complementari dell’Assessorato per la Salute della Regione Sicilia) ha da poco dato alla stampa per l’editore Nuova Ipsa il suo nuovo libro dal titoloOMEOFOBIAanalisi dei documenti che affermano che l’omeopatia è solo un placebo la cui lettura rende immediatamente il testo di Burioni un vero “junk book“.

Come sostiene il Dott Salvatore Amato, Presidente dell’ordine dei medici di Palermo, nelle prime pagine di presentazione Questo lavoro invita a ragionare sui dati, dei quali presenta una buona analisi documentale. Fornisce argomentazioni. Il mondo medico spesso si contenta di imprimatur che altri pongono alla base del suo operato e non produce una critica ragionata indipendente. Occorre sapere come stanno le cose: prima conoscere, altrimenti trattenere il giudizio.

Ho avuto il piacere di intervistare il Dott. D’Arpa

Dott. Ciro D’Arpa


Da cosa nasce l’esigenza o la volontà di scrivere questo libro?


“In Italia ci sono “credenze pubbliche” sull’omeopatia centrate sul fatto che è solo un placebo e che le sue evidenze di efficacia clinica non siano corroborate scientificamente. Si tratta, senza mezzi termini, di false credenze. Su cosa si basano? Per capirlo bisogna leggere gli articoli pubblicati alla voce “omeopatia” sul sito della Fnomceodottoremaeveroche.it” e su quello dell’Istituto Superiore di Sanitàissalute”. Sono stati scritti palesemente da autori non competenti, d’accordo, ma su che fonti si sono basati questi autori? Basta consultare la loro bibliografia di riferimento: la metanalisi di Shang (Lancet, 2005), il suo editoriale di accompagnamento, lo “studio inglese” del 2007, lo “studio australiano” del 2015. Sulla stessa linea sono i dossier francesi del 2019. Tutto qua. Io ho soltanto consultato e presentato queste fonti su cui si basano le credenze pubbliche detrattive dell’omeopatia.


Di cosa parla il suo libro?


“Il libro è uno strumento pratico e facile da leggere (solo 50 pagine): mostra le cosiddette “fonti scientifiche autorevoli” contrarie all’omeopatia in modo che la gente possa constatare e capire.
Così ognuno può verificare che queste fonti sono in realtà lavori inattendibili e fabbricati ad arte. Il mio non è giornalismo investigativo, si tratta di dati scientifici pubblici e verificabili. Può essere anche shockante per chi automaticamente aderiva a quelle credenze capire d’essere stato
ingannato.”

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Il suo libro sembra fatto apposta per rispondere in maniera precisa alle affermazioni contenute in quello di Burioni, eppure è stato pubblicato un mese prima. Come è possibile che lei sapesse già il contenuto del libro di Burioni?

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Perché i detrattori dell’omeopatia dicono sempre le stesse cose. Con la fantasia possono aggiungere metafore e digressioni, ma non sono mai stati in grado di portare altri argomenti. Probabilmente perché altri argomenti proprio non ce ne sono. Rifriggono sempre gli stessi cavoli, ogni anno più putridi. Diceva Benveniste (quindici anni fa):  “Mi sono scontrato e mi scontro tuttora con le istituzioni poste come guardiani e custodi di una scienza ufficiale al di là della quale c’è il nulla”. In questi quindici anni il peso scientifico dell’omeopatia continua ad aumentare, il nulla dietro la scienza ufficiale resta invariato. 

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Cosa pensa di questa campagna diffamatoria dell’omeopatia?


“E’ abituale che in Italia e negli altri Paesi più industrializzati l’omeopatia sia avversata da chi ha interesse a mantenere il monopolio di una Medicina unica e di una Scienza unica. Si tratta marginalmente di una guerra commerciale, è soprattutto la relativizzazione del Pensiero Unico in Medicina di cui l’omeopatia è portatrice che risulta pericolosa per il monopolio vigente. Una terapia omeopatica cambia la profondità del processo di cura e la sua qualità, e la consapevolezza delle persone. Diminuisce il ricorso eccessivo ai farmaci, diminuisce l’antibiotico-resistenza.
Migliora radicalmente l’alleanza terapeutica medico-paziente. E migliora la prevenzione primaria individuale delle malattie. L’omeopatia è una grande pagina di buona sanità, cio è evidente ai pazienti. Pertanto si deve provare ad indurre artificialmente un discredito.


Qual’è la realtà della medicina omeopatica in Italia?


Teoricamente è molto buona. I pazienti sono garantiti dalla legge che impone ad ogni Ordine dei Medici provinciale di tenere un Registro (consultabile dalla popolazione) dei medici effettivamente in possesso della competenza aggiuntiva in omeopatia. Come pure in quella omotossicologia ed antroposofica. Anche la buona fabbricazione dei medicinali omeopatici è ormai definita per legge. Ma la politica di uno stato come l’Italia deve anche rispondere ai vincoli imposti dalla macroeconomia, per cui l’omeopatia non è “promossa” nelle università, nel Sistema Sanitario e nemmeno vengono fornite informazioni corrette a livello mediatico. Pertanto sono i singoli pazienti che devono saper fare le loro scelte, non possono certo fidarsi degli opinion leaders della televisione e dei giornali. E i pazienti, in larga parte, capiscono. Si stima che più dell’85% di quelli che consultano un medico con competenza aggiuntiva in omeopatia lo fa al fallimento delle cure convenzionali. Meglio sarebbe se fossero messi in grado di capire anche per le normali malattie qual è il loro interesse.


Quali potrebbero essere le integrazioni della medicina omeopatica nel SSN?


In Italia, i cosiddetti “medici omeopati” sono tutti, senza eccezioni e per legge, medici a doppia competenza, in Medicina convenzionale ed in Medicina omeopatica. La loro è una pratica perfettamente integrata. In Toscana c’è una rete di ambulatori pubblici di omeopatia ed un ospedale pubblico in cui si pratica ufficialmente la Medicina integrata. I risultati sono convenienti per la salute delle persone e per il risparmio di prescrizioni farmacologiche superflue. Basterebbe la volontà politica di promuovere questo modello anche in altre regioni per migliorare molti aspetti del nostro sistema Sanitario. Ma personalmente non consiglio riporre troppe speranze in una politica che risulta ingessata su patti di monopolio economico. Pertanto la gente dovrebbe essere incoraggiata a prendere consapevolezza dei suoi diritti (costituzionali) di libertà di scelta terapeutica e accedere ad alternative ed integrazioni valide della medicina convenzionale. Ed ai medici che non la conoscono consiglio vivamente di studiare l’omeopatia: se non avranno il tempo di perfezionarla a livello terapeutico, questo insegnamento potrà comunque migliorare la loro metodologia clinica nel lavoro di ogni giorno.”

Ringrazio il dott. D’Arpa per la disponibilità e auguro a tutti buona lettura.

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