Il diavolo e l’omeopatia.

Condividi questo articolo
Share

L’omeopatia è opera del demonio. 

Durante una conferenza di qualche giorno fa a Paranà in Argentina, presso la parrocchia di Santa Teresita, l’esorcista francese Paul Marie de Mauroy ha definito pratiche come il reiki e l’omeopatia “opere del demonio”, scrive il quotidiano argentino La Nacion. “Tutto ciò che è terapia energetica è frutto di forze occulte”, ha dichiarato. Ma nemmeno internet si è salvato: “il virtuale” – ma anche film come Matrix – “sviluppa l’immaginazione e sopprime l’intelligenza”, ha tra l’altro sentenziato. Rispondendo alle domande dei presenti, ha sostenuto che il demonio può possedere il corpo dei neonati e che “è più vulnerabile alla possessione” chi soffre di handicap mentali. Il sacerdote è stato invitato dall’arcivescovo di Paranà Juan Alberto Puiggari, in collaborazione col Rinnovamento Carismatico.
Se le guarigioni dell’omeopatia sono opera del demonio allora ci inquieta leggere sul The Wall Street Journal online (02/11/2011) che negli Usa gli antidolorifici uccidono più della droga. Forse il demonio c’entra anche in questo?
L’articolo sostiene che in 10 anni le morti siano quadruplicate e che negli Stati Uniti dal 1999 al 2011 sia triplicata la vendita di oppioidi e narcotici. I decessi legati all’overdose da questi farmaci erano 4.000 nel 1999 e sono diventati 14.800 nel 2008: quasi 40 morti al giorno. Questi i dati del rapporto di Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) che rivela come nel 2009 siano state 475.000 le richieste di soccorso di emergenza per abuso di questi farmaci. Queste sostanze, secondo gli esperti americani, provocherebbero ormai più morti che per eroina e cocaina. E proprio come eroina e cocaina, possono creare una forte dipendenza.
Non c’è dubbio che di demonio si tratti ma molto probabilmente in doppiopetto e con un cospicuo pacchetto azionario.

http://www.lastampa.it/2011/11/04/blogs/appuntamento-con-l-omeopatia/il-diavolo-e-l-omeopatia-LWg1LTiWtWPnFrWiF4aIPL/pagina.html

Condividi questo articolo
Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *