In questi tempi di guerra dichiarata all’omeopatia con continue imboscate mediatiche sempre più insistenti e pianificate, una domanda sorge spontanea:
le case farmaceutiche omeopatiche dove sono?
Cosa stanno facendo per difendere la seconda medicina più usata al mondo che è la loro fonte di guadagno?
Cosa stanno facendo per aiutare tutti medici omeopatici che, in prima linea, continuano cocciutamente e con successo a curare i loro pazienti, mentre i media li propongono come cialtroni, stregoni, truffatori e prescrittori di acqua fresca o di zucchero a 2200€ al chilo?
Cosa stanno facendo per smascherare il disegno pianificato di distruggere l’omeopatia viste le previsioni di crescita del suo utilizzo nel mondo, nei prossimi 10 anni.?
Vien da pensare che gli utili degli ultimi 30 anni, in costante aumento del 8-10%, mentre le aziende del ramo convenzionale mostravano evidente sofferenza, abbiano dato loro un senso di sazietà e soddisfazione sufficiente ad abbassare la guardia sul fronte scientifico e della comunicazione.
Probabilmente le registrazioni dei farmaci omeopatici per l’adeguamento agli standard europei hanno messo a dura prova i loro programmi di investimento ma quel bonus accumulato in questi ultimi 30 anni va impiegato ora.
Nei momenti gravi si deve fa ricorso a risorse estreme. Ora è il momento di attingere al “tesoretto” e mettere in campo una risposta progettata in coerenza con tutte le forze in campo. E facile diffamare. Quasiasi elemento può essere utilizzato per screditare l’avversario. Molto più difficile invece è rispondere. La risposta deve essere condivisa ed efficace nell’impatto mediatico.
La partita non è solo dei medici omeopatici. Siamo tutti in gioco per la libertà terapeutica.
Di fronte al cannoneggiamento continuo dei media bisogna rispondere con lavori scientifici importanti e con un apparato di comunicazione unico che ribatta colpo per colpo le continue fake news che vengono fatte circolare contro l’omeopatia.
Sono investimenti degni della migliore scienza.
Questo video spagnolo è un bell’esempio di cosa si può cominciare a produrre e far circolare prima che gli studi omeopatici si svuotino.
Come diceva mio nonno è inutile chiudere la porta della stalla quando i buoi sono scappati.
qui gruppo omeopartigiano dalle montagne ai supporti logistici di pianura:
chiediamo rinforzi
cose aspettate a darci una mano?
Totalmente condivisibile!
E’ difficile far comprendere che raramente gli attacchi all’omeopatia si basano su dati scientifici, e le poche volte che succede sono dati parziali e obsoleti. Gli omeopati italiani devono comprendere che produrre ricerca è il solo modo per disporre dei mezzi efficaci per contrastare gli attacchi. Molto importante, dall’altro canto è poter disporre di accessi ai media di potenza non uguale ma almeno paragonabile a quanto messo in campo dai detrattori. Grazie Alberto per il tuo infaticabile lavoro di informazione e stimolo. Ora aspettiamo che le aziende Omeopatiche si muovano, la FIAMO ha messo in concorso dei finanziamenti per la ricerca in omeopatia, aspettiamo i lavori di ricerca italiani.
La disinformazione sta cercando di convincere che è effetto placebo anche sugli animali, disincentivando l’uso dell’omeopatia anche negli allevamenti. E’ giusto che le case farmaceutiche siano al nostro fianco anche nella battaglia sulla ricettazione dell’omeopatico! Grazie Alberto, sei sempre in prima linea!
Egregio dottor Magnetti, leggendo in questo blog quanto scrive sul ruolo delle aziende all’interno dell’acceso, fazioso, dibattito che sta investendo il comparto omeopatico, non posso esimermi dallo scrivere, replicando ad alcune sue affermazioni.
Accostando impropriamente la resistenza partigiana a quella che i medici omeopati mettono in campo in quest’ultimo periodo per difendersi “dal disegno pianificato di distruggere l’omeopatia” (cit.) si rivolge ad Omeoimprese (Associazione delle aziende che in Italia producono , distribuiscono e commercializzano medicinali omeopatici) chiedendo che cosa le aziende stiano facendo per tutelare e sostenere il loro impegno. Bene, se qui mi è consentito, provo a spiegarlo.
Prima di tutto le aziende sono impegnate da alcuni anni a ristabilire, anzi diciamo pure, costruire ex novo, un’ immagine di credibilità, sia formale che sostanziale, dell’intero settore nei confronti delle Istituzioni.
Il tentativo innegabile di delegittimazione che ultimamente ha colpito la disciplina omeopatica nonostante il consolidato uso e l’evidente efficacia della disciplina è frutto di quel processo di regolamentazione che vede assurgere a “farmaco” il medicinale omeopatico e che male viene digerito da alcune frange del “sistema salute” , “sistema” all’interno del quale anche l’omeopatia è ora inserita e con cui deve confrontarsi. Forse al Dott. Magnetti come a tanti altri suoi colleghi questo aspetto non è ancora sufficientemente chiaro. E nemmeno gli è chiaro che atteggiamenti denigratori, di superiorità nei confronti della medicina ufficiale adottati negli anni passati da parte di (alcuni ? molti ? non lo so …) omeopati hanno contribuito a giustificare questo tentativo di delegittimazione. Lo scenario in cui ora vi trovate ad operare è molto diverso rispetto a quello in cui esercitavate la vostra professione qualche anno fa.
Conosco Lei e molti sui colleghi e conosco quindi il vostro pensiero sui delicati temi della salute. Proprio per questo non credo sia per voi un problema dichiarare ufficialmente che con l’omeopatia non si cura il cancro e che i vaccini sono il miglior strumento di prevenzione che la medicina possiede…..( si può discutere del modo e del metodo con cui il tema è stato affrontato ma non del merito della questione)
Abbiate una posizione chiara invece di pensare sempre al complottismo e vedrete che probabilmente con “Il sistema” riuscirete a discutere…..
Che cosa fanno le aziende ?
Il Dott. Magnetti cita un bel video prodotto e realizzato dall’Associazione di Medicina Integrata di Spagna quale esempio di comunicazione da utilizzare ” prima che gli studi omeopatici si svuotino” (citazione di quanto scritto in questo blog) . Si è vero è un bel video e l’iniziativa è lodevole, tanto che ha avuto il sostegno anche di Omeoimprese. I medici spagnoli se lo sono prodotto per loro conto senza vittimismi e autotassandosi. L’Associazione di Medici Spagnoli ha contattato l’associazione che ho l’onore di rappresentare già diversi mesi fa per avere riferimenti e suggerimenti su come affrontare la fase di regolamentazione del medicinale omeopatico che in Spagna ha preso avvio da qualche mese e dove, vorrei ricordarlo per inciso, la professione dell’Omeopata non è minimamente tutelata e regolata da Leggi dello Stato a differenza di quanto invece accade da noi. Ma ovviamente …..”nessuno è profeta in Patria..” !!
Omeoimprese da anni è impegnata a tutelare il comparto della Medicina Omeopatica con attività mirate alla registrazione dei medicinali omeopatici secondo quanto dispone la Legge. Ed è forse ora che i medici sappiano che senza l’attività di Omeoimprese e la disponibilità di ascolto delle Istituzioni sanitarie il processo di registrazione dei medicinali sarebbe ancora al palo e forse per certi aspetti non praticabile. Senza il nostro contributo, quindi, la conseguenza sarebbe stata la scomparsa della totalità dei Medicinali Omeopatici .
Il Dott. Magnetti e altri suoi colleghi si preoccupano, legittimamente, di tutelare gli interessi della classe medica ma non hanno capito che l’accreditamento della disciplina omeopatica passa attraverso la regolamentazione e l’accreditamento del medicinale omeopatico ed io, in qualità di Presidente del comparto industriale, difendo e tutelo, non le aziende come entità astratte, bensì come consorzio di uomini, famiglie, lavoratori.
Il processo di regolamentazione ha comportato un importante sforzi da parte delle aziende in termini economici, organizzativi e gestionali.
Le aziende de settore Investono, compatibilmente con la disponibilità legata ai fatturati della singola impresa , in ricerca ed innovazione. Investono in ricerca clinica in strutture universitarie in Italia e all’Estero e producono una congrua documentazione scientifica a supporto dell’attività che gli Omeopati svolgono (l’azienda italiana leader del settore ha prodotto ad oggi negli ultimi 10 anni ben 26 studi e lavori su riviste indicizzate)
Certo si può e si deve fare di più , ma lo si farà compatibilmente ed in linea e conformità al “sistema ” in cui l’omeopatia è entrata.
Ora però vorrei porre io una domanda: ma i medici cosa fanno ? Le Società di Medicina Complementare vorrebbero che si abbassasse il tono di polemica che da tempo caratterizza il settore e che cosa fanno per evitare che si accendano polemiche?
Il problema è uno soltanto, e mi dispiace doverlo ammettere. Il mondo della MEDICINA Omeopatica è sempre stato litigioso e conflittuale: abbiamo gli unicisti, i complessisti, gli omotossicologi, gli antroposofi…… cari dottori , ma voi lo sapete che a norma di legge tutto ciò che è diluito e dinamizzato è considerato omeopatico?
Cav. Giovanni Gorga
OMEOIMPRESE
Egregio Cav. Gorga
la ringrazio per la sua lunga e articolata risposta.
Voglio fare una premessa.
La mia lettera aperta NON è CONTRO le case farmaceutiche omeopatiche ma PER Il BENE DELL’OMEOPATIA e quindi anche della sua componente produttiva.
Il mio immaginario accoglie nella stessa realtà pazienti, medici e produttori di farmaci omeopatici. Tutti siamo consapevoli delle specificità dell’omeopatia e ne vogliamo sostenere e condividere le caratteristiche innovative. Ognuno per il proprio interesse o soddisfazione. Il paziente perchè spesso guarisce, il medico perchè ha maggior soddisfazione professionale e un compenso economico, le aziende farmaceutiche omeopatiche perché, con la corretta e rispettosa produzione dei farmaci omeopatici, creando un elemento fondamentale alla riuscita dell’interazione tra i primi due traggono utili a sostegno di un comparto che dà lavoro a molte persone.
Ebbene su questa immaginaria imbarcazione ognuno cerca di remare a suo modo nella stessa direzione con competenze e ruoli diversi. Il mio scritto nasce come provocazione per sollevare un dibattito sul come dovrebbero essere le competenze e i ruoli dei tre attori.
Sono consapevole dell’enorme sforzo economico e di risorse umane compiuto dalle aziende di settore nella fase di registrazione dei farmaci per adeguarsi alle norme europee e sono riconoscente per poter ancora avere a disposizione i miei strumenti di terapia.
Se le mie parole sono state interpretate come un attacco a quel comparto produttivo sono stato frainteso. Non sono un masochista, non faccio buchi nello scafo per accelerare l’affondamento. Il mio scopo è invece cercare di generare un dibattito per raggiungere una maggior consapevolezza sulle dinamiche che ci circondano e sulle migliori strategie da adottare per rispondere in modo adeguato e coerente a seconda delle caratteristiche di ognuno.
Lei consiglia: “Abbiate una posizione chiara invece di pensare sempre al complottismo e vedrete che probabilmente con “Il sistema” riuscirete a discutere…..”. Ma la strategia di questo attacco, ormai perfettamente organizzato tra media, con una comunicazione martellante alla popolazione, e un mondo scientifico sempre più schierato, teso a screditare definitivamente l’omeopatia è sotto gli occhi di tutti. Penso che tutte le risorse per mettere in atto un piano così massiccio di aggressione alla nostra visione della medicina possano arrivare solo, verosimilmente, da chi avrebbe un danno economico da una nostra espansione.
Capisco la sua posizione di mediatore e di traghettatore in un mondo difficile quale quello delle relazioni pubbliche politico-amministrative che le impongono prudenza ma non può negare questa evidenza.
Del resto al suo insediamento nel 2015 affermò che: è necessario rafforzare nel nostro Paese, attraverso iniziative ad hoc, una vera cultura della Medicina Omeopatica e Complementare coinvolgendo tutti i principali stakeholders, a cominciare dalle associazioni mediche e di pazienti.
Le assicuro che, come stakeholder, alla trasmissione Piazza Pulita dell’anno scorso, ho potuto toccare con mano le tracce di questa strategia, quando per esempio, tra le tante gags, anche un lavoro scientifico importante come l’ EPI3 veniva deriso da quel piccolo giornalista che è Casadio con la macchietta della telefonista che chiama i pazienti mentre invece è la prassi metodologica standard impiegata per questo tipo di studi.
Ho scoperto l’omeopatia nel 1978 e da quando nel 1983 mi sono laureato in medicina e chirurgia la impiego con ottimi risultati accanto alla medicina convenzionale con la semplice constatazione che molte patologie guariscono più velocemente e in modo completo con i farmaci omeopatici rispetto a quelli convenzionali. Pertanto, per il bene dei pazienti, tendo ad utilizzarla più frequentemente. La insegno all’università da più di 15 anni e per più di 20 anni ho diretto con la dott.ssa Rebuffi una scuola di formazione triennale in omeopatia a Torino ma mai, come in questo periodo, ho assistito ad una aggressione di tale imponenza.
Ciò che sostengo è la necessità, come ho scritto nel post, oltre che di altri investimenti nell’ambito della ricerca scientifica, di “un apparato di comunicazione unico che ribatta colpo per colpo le continue fake news che vengono fatte circolare contro l’omeopatia” e tutto ciò non può essere chiesto solo ai medici anche se, come lei cita per il video spagnolo, i medici iberici se lo sono auto-prodotto “senza vittimismi e autotassandosi”. Il rischio di una comunicazione dilettantesca può ritorcersi contro l’omeopatia.
Oggi abbiamo sempre più strumenti di comunicazione a nostra disposizione e credo sia necessario implementare quest’ambito partecipando tutti insieme, sotto un’unica regia strategica, ad una comunicazione non solo di replica ma anche di iniziativa.
Dobbiamo evitare che, gradualmente, anche il paziente più convinto, possa sviluppare il dubbio che le critiche siano giuste, constatando un atteggiamento di passività di fronte a questo continuo martellamento denigratorio. L’obiettivo della controparte è farci morire per graduale asfissia.
Purtroppo in questa situazione non basta la buona volontà o il grande impegno ma necessitano investimenti per un risultato più efficace.
La saluto cordialmente e la ringrazio per il lavoro che svolge per l’omeopatia.
Alberto Magnetti
Egregio Dottore,
apprezzo molto il suo ultimo intervento e non mi sottraggo nemmeno in questa occasione agli argomenti a cui lei accenna.
Lo farò , spero in modo conciso , ma non meno dettagliato ed esaustivo.
Parto delle sue considerazioni relativamente ai mondi separati e paralleli che compongono il settore della Medicina Omeopatica o Complementare .
Medici , pazienti , industrie , ognuno per la propria competenza , è corretto che continuino a sostenere le ragioni di una disciplina medica la cui efficacia e bontà non si dovrebbe porre in discussione.
Vede Dottore, nella mia abbastanza lunga esperienza professionale nell’ambito delle relazioni pubbliche , ho avuto la fortuna di lavorare al fianco di grandi critici e mecenati dell’arte, l’insegnamento che mi è arrivato , mutuando un principio di Joseph Beuys , padre dell’arte concettuale , è che ” la verità sta nella realtà”.
Significa che se non parto con onestà da un presupposto realistico , non otterrò e non costruirò mai nulla. La realtà quale è ?
La realtà Dottore è che il mondo della Medicina Omeopatica ha vissuto negli ultimi decenni in un mondo a parte ! Mai i medici , i pazienti ne tantomeno le industrie ( va detto per onestà) si sono preoccupate di creare le condizioni per una cultura dell’omeopatia nel nostro Paese. Mai! Quando mi si porta a paragone quanto accade in Francia , in Germania, o in altri Paesi dell’Unione Europea , mi perplimo per il non voler fare considerazioni quali quelle che ho poco fa espresso . In Italia il vuoto educazionale non può essere colmato in un batter d’occhio , ci vuole del tempo e il lavoro va fatto non quando si è in emergenza ma prima.
La campagna di delegittimazione che colpisce da tempo il medicinale omeopatico altra ragione non ha se non lo status giuridico di farmaco a cui è assurto il medicinale omeopatico . Accade ovunque, in tutta Europa . In Italia gli attacchi hanno maggiore facilità di propagarsi ed attecchire rispetto ad altri Paesi dell’Europa per le ragioni che ho su spiegato . Non abbiamo nel nostro Paese un accettazione ed una cultura dell’omeopatia come accade da altre parti …..ma di questo vogliamo incolpare i media ? Cerchiamo di essere realisti, chi aveva l’onere di farlo negli anni passati ? Inoltre il nostro sistema Paese è singolare sotto certi aspetti, mi riferisco all’intreccio che esiste tra imprenditoria , mezzi di comunicazione ( i grandi gruppi imprenditoriali posseggono la maggior parte dei media…) e politica . Ecco , sulla base di questi presupposti non si può pretendere di modificare uno stato di cose che ha radici profonde . Ecco allora che l’attività che deve essere posta in essere non può solo ridursi ad una collaborazione con un buon ufficio stampa . Se il sistema , per le ragioni che ho su esposto , si chiude a riccio , non c’è ufficio stampa che tenga . Non passate! Caro Dottore , si tratta di fare valutazioni più profonde , che io sono disposto a fare molto volentieri sia con le società scientifiche , sia con le associazioni di pazienti ma che vanno al di là del mero sostegno finanziario .
L’omeopatia è entrata , non entro nel merito del giusto o sbagliato che possa essere, nel mondo della farmaceutica e della Sanità . Il contesto in cui ci si deve muovere ed agire
richiede un atteggiamento nuovo. Le assicuro che tra le Istituzioni sanitarie del nostro Paese nessuno vuole distruggere la medicina omeopatica così come non ci sono tra le forze politiche tutti sostenitori e tutti detrattori della disciplina . Voi medici dovreste iniziare a prendere in considerazione questo aspetto e partire da un presupposto a cui ho fatto riferimento nella mia precedente.
Per il mondo in cui la medicina omeopatica è entrata , non esistono tutte le differenze , nobili e legittime che voi spesso fate . Per il contesto Istituzionale , per i Media e per qualsiasi altro stakeholder , la medicina omeopatica è una soltanto. Anche per la Legge ciò che è diluito e dinamizzato è omeopatico.
Egregio Dottore , mi piacerebbe molto approfondire il discorso , sarebbe anzi necessario, ma dovrei entrare in ambiti che forse non sono appropriati per un blog pubblico perché troppo tecnici e specifici. Quindi concludo ma mi dichiaro pronto ad un dibattito anche pubblico sui temi che lei solleva .
Cordialmente
Giovanni Gorga
Accogliamo con piacere e con la doverosa serietà che il tema impone, l’accorato appello lanciato con tanta passione per l’Omeopatia dal dott. Alberto Magnetti. Nel suo breve articolo chiede, senza giri di parole, alle aziende omeopatiche di mettere mano al portafoglio per ribattere alla vergognosa campagna di veleni e fango che negli ultimi tre anni ha attentato alla credibilità della medicina omeopatica, con una cadenza serrata di articoli, agenzie, notizie e programmi tv pilotati, che hanno invaso il campo della comunicazione in tema di salute, rovesciando ogni sorta di falsità, luoghi comuni, slogan semplicistici, con lo scopo di allontanare una larga fetta del pubblico dalle medicine dell’individuo.
Ci permetta comunque il dott. Magnetti una risposta individuale, come azienda che da quasi 50 anni ha fatto della diffusione e della difesa della Medicina Omeopatica la sua ragione di esistere, tanto da inserire nel suo logo il termine “Presidio Omeopatia Italiana”, in tempi in cui la tentazione di nascondere, o almeno di mettere in seconda fila, il termine “Omeopatia” è forte.
È vero che ci sono stati anni di crescite interessanti, grazie a un lavoro sinergico o almeno comune, delle Associazioni, delle scuole di Omeopatia, dei Laboratori omeopatici, ma caro dott. Magnetti, quegli utili noi li abbiamo investiti in formazione, diffusione, miglioramento e adeguamento degli impianti di produzione alle norme GMP. Per farle un esempio, negli ultimi tre anni abbiamo messo a disposizione oltre 1.200 ore di formazione in medicina omeopatica a medici, farmacisti, veterinari e altri operatori sanitari, con lo scopo di costituire una massa critica di professionisti informati, tra i quali i più motivati e dotati, potessero continuare il loro percorso nelle scuole. Da venti anni facciamo venire in Italia i migliori omeopati del mondo e a novembre abbiamo festeggiato il 24° seminario Internazionale. Nel corso dell’ultimo anno e mezzo abbiamo sostenuto e appoggiato l’organizzazione volontaria di incontri con il pubblico in 94 sedi diverse, lanciando il progetto “Omeopatia in Piazza”, patrocinato da praticamente tutte le Associazioni del settore, anche se avremmo preferito ne fossero realizzati 940 o meglio 9.400, ma l’adesione della classe medica è stata più tiepida di quanto ci saremmo aspettati. In questi incontri, gli omeopati che ci hanno messo il loro coraggio e desiderio di condividere una visione omeopatica corretta, sono stati spesso colpiti dalla partecipazione entusiasta e del desiderio di essere informati correttamente del pubblico. E siamo tuttora convinti che questa sia un’arma potente per chi non ha le risorse per spostare le masse con investimenti massicci sui media, per questo la invitiamo e invitiamo tutti gli altri omeopati a scendere nell’arena. Tra l’altro il programma risponde alla visione che lei ha evocato della lotta partigiana che ha contribuito a liberare la nostra nazione dagli orrori del nazifascismo, una strategia di piccole ma fastidiose imboscate che fiaccano la volontà del nemico e creano un consenso convinto, non più condizionabile in seguito con semplici slogan mediatici, nelle persone che partecipano agli incontri.
Il momento attuale richiede anche una profonda e seria riflessione sulle strategie da introdurre, perché se le cartucce sono poche, è di estrema importanza non sprecarle sparando qua e là, nella speranza di cogliere il bersaglio. Questi giorni stanno evidenziando un momento di stanchezza nelle file degli aggressori, i cui capofila (verrebbe da dire i kapò) vivono momenti in cui sono messi in discussione perché non appartengono più al carrozzone che guida la pariglia della politica. Su alcuni di loro si cominciano a profilare situazioni di conflitto di interesse che potrebbero sfociare in dimissioni auspicabili. Ma non è il momento di muovere all’assalto finale portando le truppe al massacro. In quest’ultimo anno si gioca la partita della registrazione degli omeopatici come medicinali, lasciamo stare se sia stato o meno un bene portarli a questa fase, ma adesso è probabilmente un’importante, se non unica ancora di salvezza per il movimento omeopatico e le urla belluine contrarie a questo riconoscimento legislativo, ne dimostrano la rilevanza. Quindi lavorare con intelligenza, sapienza diplomatica e tattica in questi mesi, sarà fondamentale. Già abbiamo dovuto rinunciare a tenere disponibili sul mercato una grossa fetta dei ceppi omeopatici che avevamo raccolto e ci creda dottore, conservati e preparati con cura quasi materna e continui a crederci che è stata per noi una rinuncia carica di sofferenza. Ma al prezzo di questa sofferenza siamo riusciti a presentare richiesta di AIC per circa 400 ceppi (unica azienda nel panorama italiano e lo diciamo con consapevolezza, non con falso orgoglio), di cui una larga parte comunque privi di marginalità, con pesanti sacrifici. Sacrifici quantificabili in esborsi di denaro assolutamente sproporzionati ai fatturati prodotti. E su questa base vogliamo dare un futuro all’Omeopatia italiana, perché per noi è importante garantire ai nostri figli la certezza di trovare tanti meravigliosi medici omeopati a cui affidare la cura della propria salute, così come è stato per noi.
In ogni caso aderiamo senza se e senza ma, anche perché lo stiamo già facendo da sempre, al suo accorato appello e ci faremo promotori in seno alla nostra associazione di categoria, per concordare, finanziare, metterci sudore e impegno in progetti e azioni intelligenti volte a rispondere, con la correttezza che ci contraddistingue, ma anche con una ritrovata efficacia, agli attacchi scomposti e pretestuosi degli skeptics.
Per dare un segno concreto, fin d’ora mettiamo a disposizione, come CeMON Presidio Omeopatia Italiana, la consulenza di MetaWords, una delle più rinomate agenzie di comunicazione e linguistica, specializzata in campo sanitario, per aiutare tutti coloro di noi che hanno un ruolo nel dibattito pubblico, in modo da aiutarli a sviluppare il giusto linguaggio per veicolare la ricchezza di concetti e valori che possediamo. I nostri oppositori sono consumati maestri in quest’arte e noi, se non vogliamo essere da meno, dobbiamo acquisire nuove competenze in questo mondo dove la comunicazione globale la fa da padrona.
Infine proponiamo di instaurare con le aziende un rapporto di partnership, così come con altri portatori di interesse, come i farmacisti, i veterinari, i pazienti, etc., per costruire un rapporto dialettico costruttivo e sinergico. Facciamo tutti parte di una comunità, quella omeopatica, oggetto di attacchi feroci e indiscriminati che hanno uno scopo verso ognuno di noi: al medico incutere paura, al paziente trasmettere sfiducia, a noi aziende appesantire in modo insostenibile i costi.
Grazie per il suo impegno e per la sua “chiamata alle armi”, noi ci siamo stati, ci siamo e ci saremo sempre a difendere la speranza nella piena affermazione di una medicina a misura d’uomo disponibile per tutti: l’Omeopatia.
Giuseppe Spinelli
CeMON Presidio Omeopatia Italiana
Responsabile Pubbliche Relazioni e Attività Formative