uno studio costo beneficio dimostra l’efficacia della terapia omeopatica e smaschera la vera origine della crociata contro l’omeopatia: il rischio di un danno economico per la farmacologia convenzionale.
Mentre Sergio Pecorelli, presidente del consiglio di amministrazione dell’AIFA l’Agenzia Italiana del Farmaco che governa un mercato di 30 miliardi, si dimette per il sospetto di aver ricevuto contributi non dovuti dall’ambiente farmaceutico che proprio lui doveva controllare, gran parte del mondo giornalistico si indigna alla decisione della Regione Toscana di voler pagare le “Medicine non Convenzionali “ e continua a dar voce alla crociata personale anti omeopatia del Prof Silvio Garattini che, sordo a tutto ciò che nel mondo scientifico omeopatico si è fatto fino ad oggi, ripete, da chimico, in modo monotono da 30 anni le solite critiche verso un approccio clinico pioniere della medicina biofisica.
In questo coro di voci negative ed aggressive si alzano invece i suoni dei risultati di vari lavori scientifici che aprono opportunità positive.
La Prof Lucietta Betti dell’Università di Bologna continua a pubblicare i risultati davvero interessanti sulll’ effetto dei farmaci omeopatici sul vegetali che, da soli, potrebbero chiudere DEFINITIVAMENTE la partita con i detrattori dell’Omeopatia: modelli con grandi numeri, scevri da suggestioni o effetto placebo, grande rilevanza statistica.
Inoltre recentemente è stato pubblicato sulla rivista Medicina Naturale questo lavoro su costo beneficio della terapia omeopatica in Francia. Lo riporto perchè, come tutti i precedenti studi di questo tipo, propone spunti di riflessioni interessanti.
L’impatto economico dell’omeopatia
Circa la metà (56%) della popolazione francese fa uso di medicinali omeopatici e l’11% in modo regolare. In considerazione di questa diffusione, che permette quindi di avere un campione significativo di medici di medicina generale e di pazienti, è stato condotto uno studio osservazionale su scala nazionale (EPI3) al quale hanno partecipato 6.379 cittadini afferenti a 804 studi di medicina generale. La ricerca ha valutato l’impatto dell’omeopatia su alcune patologie.
I medici sono stati divisi in tre gruppi secondo il metodo di prescrizione: solo medicina convenzionale (MMG); metodo misto-medicina convenzionale integrata con omeopatia (MMG-Mx) e omeopatia (MMG-Ho). La valutazione d’impatto ha riguardato le patologie muscolo-scheletriche, le infezioni del tratto respiratorio superiore e disturbi del sonno, ansia e depressione. Ai pazienti è stato chiesto di compilare un questionario su aspetti socio-demografici, stile e qualità di vita e sono stati valutati progressione clinica, terapia e consumo di farmaci, effetti avversi e perdita di opportunità terapeutica. I risultati della coorte “disturbi del sonno, ansia e depressione”, riguardanti in totale 346 pazienti, sono stati pubblicati di recen te sulla rivista Homeopathy (1). Il follow-up, completato dal 79,8% del campione, ha verificato con interviste telefoniche a 1, 3 e 12 mesi l’uso di ansiolitici, ipnotici e antidepressivi e a 12 mesi l’occorrenza di eventi traumatici come cadute, incidenti stradali ecc. All’inizio dello studio il 76,8% dei pazienti del gruppo medicina convenzionale, il 71,1% del gruppo misto e il 40,3% del gruppo omeopatia utilizzava farmaci psicotropi. Durante il follow-up la percentuale è scesa sia nel gruppo omeopatia sia in quello misto rispetto al gruppo medicina convenzionale, ma la riduzione del consumo di farmaci ha raggiunto la significatività statistica solo nel gruppo omeopatia, anche tra i casi più gravi. Si è visto inoltre che la percentuale di eventi traumatici riportata nel gruppo medicina convenzionale è stata quasi doppia rispetto a quella riferita dagli altri due gruppi. L’impatto di 1 anno di trattamento omeopatico delle patologie prese in esame è stato dunque positivo. A partire da questa ricerca, un altro studio, recentemente pubblicato (2), ha approfondito la parte economica. Tre parametri analizzati: costo della visita, costo del farmaco e costo totale (visita+ prescrizione) valutando per ciascuno il costo per il Ssn, il costo rimanente (a carico del paziente e/o di un’assicurazione sanitaria integrativa) la spesa sanitaria, cioè l’insieme dei due costi. Per quanto riguarda il Ssn, il trattamento con l’omeopatia è risultato meno costoso (42.00 € versus 65.25 €, -35%). Il costo delle prescrizioni era doppio per i pazienti curati con la medicina convenzionale (48.68 € versus 25.62 €). Per i costi correlati all’assicurazione integrativa complementare, il trattamento di medicina convenzionale è risultato meno dispendioso a causa del costo inferiore della visita (6.19 € vs 11.20 € per l’omeopatia), mentre il costo del farmaco omeopatico e di quello convenzionale era sostanzialmente simile (15.87 € versus 15.24 €). La spesa sanitaria è risultata inferiore del 20% per i pazienti in trattamento presso medici omeopati rispetto a quelli che utilizzano solo medicina convenzionale (68.93€ versus 86.63 €). Inoltre gli omeopati hanno prescritto meno psicofarmaci, antibiotici e antinfiammatori non steroidei. I n conclusione la gestione di pazienti presso medici omeopatici sembra essere meno costosa da una prospettiva globale e può rappresentare un vantaggio in termini di spesa sanitaria pubblica.
http://www.medicinanaturalenews.it/limpatto-economico-dellomeopatia/
Riferimenti
1.Lamiae Grimaldi-Bensouda, Lucien Abenhaim, Jacques Massol, Didier Guillemot, Bernard Avouac, Gerard Duru, France Lert, Anne-Mari. Utilization of psychotropic drugs by patients consulting for sleeping disorders in homeopathic and conventional primary care settings: the EPI3 cohort study. Homeopathy, 2015, 104 (3), 170-175.
2. Aurélie Colas, Karine Danno, Cynthia Taba, Jenifer Ehreth and Gérard Duru. Economic impact of homeopathic practice in general medicine in France. Health Economics Review (2015) 5:18.